Realizzato nel 1981, due anni dopo il fenomenale Zombie, Dawn of the Dead1, seconda opera della sua lunga serie di film sugli zombie2, Knightriders è uno dei rari film del maestro che non appartiene al genere horror3. È comunque uno dei tanti capolavori di George A. Romero e sicuramente il suo più sottovalutato. Il film narra le tribolazioni di una troupe di stuntman in motocicletta che viaggia per il paese da uno spettacolo all’altro, mettendo in scena giostre cavalleresche con le motociclette al posto dei cavalli. Sotto l’egida del loro leader Billy, interpretato da un giovane Ed Harris, la troupe vive in un’utopia anarchica, adottando i valori cavallereschi dei Cavalieri della Tavola Rotonda del mitico Re Artù.
Tuttavia, questa utopia sarà presto messa alla prova : Billy e la sua banda devono « combattere il drago ». La corruzione, sotto forma di uno sceriffo che sostiene che la comunità gli paga una tangente, il pragmatismo di una parte della banda pronta ad accettare compromessi con la società dello spettacolo, ma sono soprattutto le sirene della celebrità che rischiano di dividere e di disgregare la truppa. Morgan, interpretato dal grande Tom Savini, amico fedele di Billy, ha una visione diversa di come affrontare la crescente popolarità della troupe e ne porterà una parte con sé e creerà un’altra Camelot accettando l’offerta di un produttore televisivo. Tuttavia, Morgan scoprirà che il mondo in cui è entrato è totalmente falso e l’opposto degli ideali che lo guidavano quando era nella troupe di Billy. Decide di tornare alla vecchia troupe.
I film di Romero, soprattutto quelli appartenenti alla sua saga di zombie, sono molto crepuscolari e in un certo senso spesso pessimisti. Infatti, in un mondo di mortale in cui i morti risorgono con un solo e unico desiderio, quello di nutrirsi della carne dei vivi, condannandoli così a diventare a loro volta dei non morti, l’umanità non può che avere il tempo contato, gli zombie hanno già vinto la battaglia. Gli esseri umani possono solo sperare di sopravvivere il più a lungo possibile. Così, sia nella saga degli zombie che in Knightriders, i personaggi adottano lo stesso comportamento: per proteggersi dai pericoli che li minacciano, si rinchiudono, si barricano, si isolano. E per un po’ questo sembra funzionare, e l’illusione di poter vivere una vita normale o tale come la concepisce la nuova comunità che si è creata, è forte.
Ma presto, le barriere cadono4 e il pericolo per un tempo rimosso, gli zombie o i valori inquinati del sistema capitalista e consumista, entrano e distruggono tutto ciò che toccano. Spesso, il maestro Romero dà la soluzione ai suoi personaggi. Solo la solidarietà e l’aiuto reciproco possono permettere loro di sopravvivere, ma purtroppo i personaggi non fanno che ripetere gli errori che li hanno portati a questa apocalisse zombie : individualismo, egoismo, consumismo, codardia, ingiustizia sociale distruggeranno la comunità appena formata o divideranno il gruppo. In Knightriders, invece, nonostante le difficoltà che il gruppo incontrerà, alla fine sceglieranno la solidarietà e rifiuteranno le tentazioni egoistiche.
In questo modo, Knighriders può essere considerato un film ottimista, nonostante il finale triste ma logico. Nel film, Romero si interroga, forse amaramente, sui vari esperimenti alternativi che hanno avuto luogo negli anni ’60 e ’70 e che hanno cercato di proporre un altro modello rispetto al sistema capitalista e consumista, ma hanno fallito o sono stati costretti a scendere a compromessi con il « nemico ». Resta il fatto che Knighriders è uno dei film più contestatori e anarchici del cinema, come lo sono, per esempio, The Convoy di Sam Peckinpah o Fuga da New-York di John Carpenter. Tanti capolavori e tanti slogan contro l’autorità corrotta, il sistema capitalista e l’establishment.
Tradotto dal francese da Corneille Bunguye
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Zombie girato nel 1978 è un successo sia critica che commerciale, guadagnando 40 milioni di dollari con un budget di 1,5 milioni di dollari. Il film è diventato il punto di riferimento per tutti i film di zombie realizzati da allora.
- Night of the Living Dead, Zombie: Dawn of the Dead, Day of the Dead, Land of the Dead, Diary of the Dead e Survival of the Dead.
- George A. Romero aveva già diretto il dramma There’s always Vanilla nel 1971.
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Le barriere cadono letteralmente nei film di zombie, poiché i non morti riescono a distruggere le barriere, i muri che erano stati eretti dai sopravvissuti per impedire loro di entrare nei vari rifugi.
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