Diretto da M. Night Shyamalan nel 2017, Split è un thriller americano che ci racconta la storia di Kevin Wendeel Crumb, un uomo con personalità multiple e distinte che rapisce tre giovani ragazze e le chiude in una stanza senza finestre. Lo scopo di alcune delle sue identità è di fare di queste vittime del « cibo sacro », un’offerta a ciò che chiamano la « Bestia ». Split si svolge nello stesso universo dei film Unbreakable (2000) e Glass (2019) dello stesso regista.

Disturbo dissociativo dell’identità: più personaggi in uno
Kevin Wendeel Crumb soffre di un disturbo dissociativo della personalità, possedendo addirittura 23 identità separate. Visita regolarmente la sua psichiatra, il dottor Fletcher, che cerca di incoraggiarlo a fare amicizia con tutte le sue personalità facendole parlare a turno durante le loro discussioni psicoanalitiche.
A causa dei maltrattamenti e delle umiliazioni subite dalla madre durante l’infanzia e l’adolescenza, il nostro eroe (o meglio i nostri eroi) si è gradualmente costruito altre identità, veri alleati di fronte alle sofferenze subite e per poter affrontare più facilmente questo mondo. Sorprendentemente, le varie personalità di Crumb esistono indipendentemente l’una dall’altra e ognuna deve aspettare su una sedia in una grande stanza per « venire alla luce » e hanno anche caratteristiche fisiche e malattie separate. Così la teoria della dottoressa Fletcher è che « tu sei quello che pensi di essere ».

Questo film mette lo spettatore in una posizione mista: le azioni di Kevin Wendeel Crumb sono decisamente « cattive », eppure si fa di tutto per farci provare empatia sia per le ragazze che per il rapitore. L’aspetto multiplo del film ci dà l’impressione di avere a che fare con diversi personaggi interpretati dallo stesso attore. Grazie alla magia del cinema, il tema delle personalità multiple trova il modo di esistere e svilupparsi. La personalità del dodicenne un po’ imbranato o quella, che c’era fin dall’inizio, di Kevin e di alcuni altri non hanno intenzione di fare del male a queste tre giovani donne ma non hanno la possibilità di riemergere. Senza potere o controllo, queste identità soffrono anche il dramma che si svolge, essendo proprio come Casey e i suoi amici chiusi in un luogo buio senza finestre.



Tutto è solo sofferenza o trascendenza?
È la sofferenza vissuta in precedenza da questa ragazza solitaria e senza sorriso che le permette di capire e comunicare con il suo rapitore. Sa, inoltre, come affrontare la violenza e la follia adottando trucchi e strategie logiche, mentre lo manipola. Casey non si pone come vittima ma come alleata di diverse personalità di Crumb, così evita i conflitti e riesce a conoscere meglio il suo ambiente per trovare una fuga sicura (parlando con ognuno di loro, entrando nella loro privacy andando nelle loro rispettive stanze, guardando i video che le diverse personalità usano per discutere tra loro, ecc). In questo senso, Casey agisce come il dottor Fletcher, cercando di psicoanalizzare il suo rapitore in modo da capire e utilizzare queste informazioni in modo saggio.
Fletcher, riuscendo finalmente a parlare con una delle personalità dell’Orda, si rende conto che un’altra personalità, più oscura e forte, sta per emergere. È in previsione del suo arrivo che Crumb ha rapito queste tre giovani ragazze come una sorta di sacrificio per la « Bestia ». Che disperazione per Fletcher quando capisce che questa bestia è, in parte, nata da lei, dalla sensazione di sicurezza che poteva portare al suo paziente! La « Bestia » sarà quindi di una forza e di un potere senza pari, poiché ogni personalità ha sviluppato caratteristiche fisiche disparate.


Cercando disperatamente di spiegare a Crumb che quello che sta facendo è sbagliato, viene attaccata e sviene. Le resterà solo un po’ di forza per scivolare di nuovo fino alla scrivania per scrivere l' »incantesimo » per risvegliare l’identità originale di Kevin. Questo permetterà a Casey di riportarlo brevemente indietro quando si troverà ad affrontare la « Bestia ». Kevin arriverà persino a chiedere di essere ucciso (spiegando a Casey che ha nascosto una pistola e delle munizioni nel caso in cui la situazione gli sfugga di mano), anche se questo è ingiusto nei confronti delle altre identità che hanno ciascuna la propria volontà e vari interessi.
L' »incantesimo » funzionerà giusto il tempo necessario alla ragazza per recuperare la pistola e chiudersi in una sorta di prigione per evitare gli assalti della bestia, che ha già divorato i due amiche. Questa gabbia ci ricorda il suo carattere solitario e recluso. Ed è questa sofferenza causata dalle ripetute aggressioni sessuali dello zio che l’ha accolta alla morte del padre che alla fine la salverà. “La Bestia”, credendo che solo le persone che hanno sperimentato la disperazione e le molteplici sofferenze possono sopravvivere, e finalmente se ne andrà dopo aver visto le sue scarificazioni. Poi si rende conto di essere più vicina al personaggio di Kevin che al ruolo di vittima.
Il triangolo drammatico: un gioco psicologico
Mentre la maggior parte delle identità di Crumb rimangono intrappolate nell’abisso della sua mente, l’ultima personalità trascende i confini dell’essere umano e diventa una nuova specie. Nato dall’oscurità, il più forte vince ancora una volta il gioco, ma solo per proteggere gli altri (come un salvatore divino) e per mostrare al mondo come la sofferenza può davvero trasformare un individuo.
Solo Casey, schiacciata dal suo stesso disagio, rimane calma e perspicace. Forse è abbastanza forte da affrontare tutto da sola? Il personaggio di questa giovane donna ricorda anche il famoso triangolo di Karpman del persecutore, della vittima e del salvatore, ruoli interpretati successivamente da Crumb ma anche da Casey a seconda delle personalità che la incontrano.
La sequenza finale, in cui vediamo una poliziotta di colore dire a Casey che suo zio è appena arrivato per portarla a casa, è basata sugli sguardi scambiati tra le due donne. Senza parole o spiegazioni, Casey « dice » la verità e la giovane poliziotta capisce. Casey non vuole contenere altro dolore e diventare lei stessa una « Bestia ». Rompere il « triangolo drammatico » sembra quindi essere una necessità. Una sequenza finale meravigliosa e positiva che mostra una forte empatia già presente in Split.
Tradotto dal francese da Corneille Bunguye
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